Prima novità dell'anno nuovo: il mio primo romanzo su una mia scoperta che rivoluzionerà il modo di leggere la Divina Commedia.
Sotto, tutte le notizie e anticipazioni. Anche sul programma, ovviamente!
Buona lettura a tutti!

Il doppio leone d'Egitto


C'è chi crede in un duplicato, in una copia. E' come se ci fosse uno specchio che custodisce una realtà talmente concreta e opposta da sembrare far parte ed originare da un mondo parallelo. Spesse volte i nostri passi calcano terreni aspri, duri, fantascientifici ogni tanto, ma sempre ci arrendiamo al presupposto che ogni singola pressione delle nostre piante su quel sentiero, sconosciuto ed affascinante, possa rivelarsi a noi per quello che nessuno si aspetta. Desiderio, forse, maggiormente, comunque fantastico. Le sabbie del tempo, del resto, ci raccontano storie che prima di tutto celano, granello dopo granello; ognuno di essi trasportato dal vento e condotto a coprire qualsiasi cosa. La sabbia è il principale soggetto, chiude dentro la sua massa, mutevole e continuamente in trasformazione e spostamento, interi millenni di assoluta eternità. Quando le sue porte si dischiudono è però sempre una scoperta realmente incredibile ed edificante. Templi, piramidi, statue; tutti soggetti che è come se crescessero da quell'inerte che viene innaffiato dall'aria e dalle gocce della memoria. Crescono e si rivelano, ed è come uno spettacolo incredibile ogni volta, ogni singolo momento. Vibrano nello spazio circostante e risuonano come una melodia dalla quale non si può prescindere e che crea, con ciò che già si è emanato, una musica universalmente soave e gentile; affascinante. Non se ne può fare a meno, come quando ancora non si sa su che territorio ci si sta muovendo. Ed è proprio dalle sabbie mobili che, spesse volte, siamo attratti; i terreni stabili ci danno sicurezza, ma sono le sfide che ci affascinano realmente. E guardando con attenzione qualche sassolino nel deserto in cui ci imbattiamo potremo scoprire che in realtà esso non è un semplice rimasuglio di agenti atmosferici su depositi vulcanici e simili pietrificati. Muovendoci tra le sabbie dell'antico Egitto ci possiamo scontrare continuamente con questa realtà, e chiederci cosa altro ci sia. Chissà cosa avranno pensato gli archeologi quando, di fronte all'imponenza del tempio di Aschepsuth, una delle donne che hanno guidato il Regno Egizio, hanno scelto di provare a scavare anche di fronte ad esso, scoprendo, quindi, una botola. La scala rinvenuta conduceva ad una piccola stanza, totalmente intonacata; un sepolcro. Ma togliendo la patina del tempo e qualche strato di intonaco è emerso un affresco sul soffitto: un cielo stellato, visto con gli occhi dell'astronomia. Era il luogo d'eterno riposo dell'architetto di corte Senenmut; amante del faraone donna. Lì, due stelle, proprio di fianco alla costellazione più nota: le tre stelle della Cintura di Orione. Stessa posizione delle piramidi della Piana di Giza, per le tre stelle, stessa posizione di una delle altre due per la Sfinge, poi una, fuori luogo apparentemente. Ma cosa rappresenta? E' una delle domande che attanaglia gli egittologi di tutto il mondo. Giungendo ai piedi della stessa scultura, poi, un altro particolare. Una lapide poggiata proprio tra le zampe del leone d'Egitto con testa umana. Lì, di nuovo, due sfingi; una contrapposta all'altra. Il dubbio si alimenta, prende vita; trova nuova alimentazione e spinge a chiederci: può esistere una seconda Sfinge, contrapposta all'esistente e giacente sotto metri di granuli di sabbia? Chissà; certo che il dubbio è legittimo. Non sono pochi coloro che credono in un'eventualità così fortemente. Guardano i segni, leggono il terreno, cercano tracce di un passato così difficile da far emergere. Il vento può spazzare via i veli e liberare il segreto dal suo nascondersi. Dobbiamo partire da un dato: per gli egittologi le più antiche costruzioni egizie sono da far risalire al 2500 a.C.(per i più). Ma nuovi studi, molto convincenti, in realtà spingono a credere che sia un'altra la data a cui fare riferimento, cioè il 12450 a.C. circa(sulla quale approfondiremo). Se si leggesse, infatti, la Piana di Giza come un cielo stellato, considerando il Nilo come la Via Lattea, tornerebbe alla perfezione la posizione delle piramidi con quella delle stelle nel cielo e, più precisamente, le tre Piramidi di Giza(quella di Cheope, quella di Chefren e quella di Micerino), coinciderebbero con la ormai nota cintura di Orione. Ma non alla posizione che le stelle di questa costellazione hanno né ora né a quando gli egittologi farebbero risalire le piramidi: la realtà dei fatti è che quell'orientamento sarebbe proprio da riferire al 12450 a.C. E' come se si fosse voluto fissare in terra, con monumenti e sculture riferite alle stelle una data; probabilemente molto importante, se non rivoluzionaria, per la storia dell'umanità. Spostandosi quindi sulla Sfinge troveremo una conferma: la scultura sarebbe stata realizzata in quel periodo e, come conferma, emergerebbe lo stato di degrado che ha la pietra. Ci sono tagli e scavi sia orizzontali, causati dal vento, che verticali, e ciò sarebbe dovuto a tanti e tanti anni di piogge. Ma tutta questa acqua non sarebbe mai potuta cadere in Egitto, a patto di non spostare i riferimenti cronologici proprio al 12450 a.C., periodo della grande inondazione; tra l'altro lo stesso raccontato dalla Bibbia e descritto come il "diluvio universale". La Sfinge allora, con giustificazioni geologiche, dovrebbe essere retrodatata; se infatti osserviamo le stelle con occhio posto a quell'anno che secondo i nuovi studi sarebbe quello corretto, allora il volto della statua, presumibilmente leonino in origine, basti vedere le differenze di proporzione con il corpo, guarderebbe là dove, oltre diecimila anni orsono, si sarebbe trovata la costellazione del leone. Un elemento su cui riflettere, su cui approfondire gli studi, su cui, forse, rivalutare il tutto. Basti poi pensare alla numerologia; in molte culture uno dei numeri perfetti è il due: l'alfa e l'omega, il maschio e la femmina e così via. Sembrerebbe allora opportuno realizzare non una, ma ben due sfingi, seguendo una tal logica e, leggendo nell'affresco tombale di Senenmut, sembrerebbe dover essere proprio così. Ma dove è finita, se mai c'è stata? C'è chi ha pensato ad una seconda sfinge posta di finaco all'originale; chi ad una posta invece frontalmente; altri ancora, invece, ad una dietro a quella attuale. Negli ultimi anni molte persone hanno condotto studi su questo argomento, ma non solo; basti pensare al tentativo di individuare una camera tipo archivio sotto la stessa sfinge. Uno di questi studiosi è Baratono. Egli, ma non è il solo, afferma di aver individuato, e di avere la conferma di ciò tramite satellite, alcuni punti individuati e caratteristiche di un luogo di circa 55 metri per 50. Si tratterebbe di un'area tombale o simile, di caratteristiche assimilabili a quelle della Sfinge; non esiste la conferma, degli scavi devono essere effettuati, ma il luogo si troverebbe specularmente situato rispetto all'area di giacenza della statua. Le dimensioni pure, sono quelle. La conferma è arrivata da immagini catturate da satellite dell'ESA; in questo momento occorre solo attendere il termine degli scavi. La sabbia cela questo ed altri segreti. Alcuni meritano di essere svelati, se reali; una seconda sfinge sarebbe degna di nota e sconvolgerebbe la storia, prima d'Egitto, poi, forse, dell'umanità. La statua potrebbe non esistere ormai più, ma la base d'appoggio si; ed è lì che si cerca, è quella la direzione verso cui guardare. Altrimenti, basterà volgere lo sguardo verso il cielo stellato, e lì ricercare le risposte: scritte in eterno e sempre splendenti.

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Lo spot della nuova serie di Voyager!!!!


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Le Novità della prossima serie di Voyager

Ieri ho avuto l'opportunità di visitare gli studi della trasmissione "Voyager" e di fare parte del pubblico della puntata che sarà trasmessa il 10 novembre. Entrando nello studio sono subito emerse tutte le novità.
1)Non sarà più presente lo schermo di dimensioni macroscopiche delle ultime edizioni.
2)Persistono, invece, le colonne, schiacciate a metà, con disegni retroilluminati.
3)Il pubblico avrà un ruolo più interattivo e non sarà più seduto sulle classiche sedie; dalla prossima serie sarà possibile vederlo posizionato su di una pedana sopraelevata costituita da due rampe di scale sui lati corti. Lì, parte del pubblico, sarà seduto, il resto in piedi e si muoverà seguendo i movimenti di Roberto Giacobbo all'interno dello studio.
4)Lungo il perimetro interno dello stesso ci saranno dei piccoli set con spazi dedicati ad argomenti e periodi diversi della storia. Per esempio: ci sarà Carter, l'egittologo che ha scoperto la tomba di Tuthankamon. In ogni set saranno presenti proprio attori con cui Giacobbo interagirà, per parlare degli argomenti inerenti al tema ed introdurre i video relativi.
5) Un ragazzo che disegna strisce ironiche su Voyager, Davide, ha uno spazio a sua disposizione e con lui Giacobbo interagirà aprendo, quindi, una rubrica simpatica ed autoironica.
6)Ad ogni puntata presenzieranno degli ospiti. Con noi, per non anticipare troppo, c'era il più grande trasformista al mondo(non vi dico il nome, ma lo capirete molto bene da soli).

Ecco, quindi, le principali novità della trasmissione delle puntate che saranno trasmesse tra fine ottobre e novembre. Speriamo di avervi stimolati a seguire la trasmissione anche nella prossima serie. Intanto godiamoci le ultime puntate di questa, poi seguiremo la nuova.
A presto con un nuovo articolo!
Filippo

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Tutti i ricordi...dell'acqua...

Credere in cose che apparentemente trascendono la realtà è un viaggio affascinante che è sempre bello compiere. Ma cosa succederebbe se si rivelassero essere, in realtà, più vere che le stesse cose e leggi noi siamo abituati a conoscere e a vivere giornalmente? Possiamo anche focalizzare la nostra attenzione su ciò che ci circonda e cercare di inventare qualcosa che vada al di là proprio di ciò che stiamo guardando. Così facendo, però, rischieremo di perdere di vista la realtà, chiudendola in un qualcosa di incredibilmente fantastico. Cosa accadrebbe se l'elemento che domina il nostro pianeta e tutti gli organismi terrestri fosse realmente vivo? Se non fosse spinto da moti terrestri, ma realmente vivo? Non cerchiamo di fantasticare più di quanto serva realmente, ma di proporre una teoria che, negli ultimi decenni in particolare, con l'approfondimento di apparecchiature e macchinari che favoriscono lo studio, ha preso piede nel mondo scientifico. Ci chiediamo se l'acqua, elemento semplice e nel contempo fondamentale, possa realmente essere o meno ricca di ricordi. Ci chiediamo se l'acqua ha una memoria.

Molto spesso siamo costretti ad assistere e constatare la nostra impotenza di fronte ad elementi catastrofici di vario genere. Si va dai terremoti, agli uragani, alle inondazioni; gli tsunami, come sono meglio note. Solo per citarne alcune; poche, ma sufficienti per poter capire realmente che noi siamo realmente impotenti di fronte a tutto ciò. I fenomeni che riguardano l'acqua, però, potrebbero avere una spiegazione molto profonda. In altro luogo abbiamo parlato di Raffaele Bendandi e della sua, all'epoca avvenieristica, adesso che sta tornando in voga e che si sta cercando di studiare, sui terremoti e la loro origine. Ebbene, adesso una teoria sta interessando e dividendo contemporaneamente il mondo scientifico. L'abbiamo già accennata: l'acqua potrebbe avere una memoria, cioè potrebbe restare influenzata, positivamente o negativamente, dai fatti che le sono avvenuti attorno, riversando poi la cattiveria o la bontà(dipende dalle esperienze vissute) su ciò che le sta attorno. Masaru Emoto, noto scienziato giapponese, da circa dieci anni conduce esperimenti su piccole quantità d'acqua. Le gocce di H2O, cristallizzate, formano figure diverse tra loro, soprattutto prima che inizino a sciogliersi. Per questo realizza fotografie a cristalli d'acqua congelata a 5° sotto zero, prima che inizino a scongelarsi; ognuno di questi subisce un pretrattamento molto particolare: Emoto pronuncia parole di vario genere ai vari campioni, alcune sono dolci, altre aspre. Ogni singolo cristallo riceve questo trattamento che è "personalizzato"; uno riceve solo parole dolci, uno solo aspre, uno solo cattive e così via. Emoto, dopo questo inizio, passa al congelamento, per poi analizzare le fotografie ottenute e valutare le reazioni di ogni singolo elemento sotto studio.
Frasi cattive, come quelle che possiamo dire ad una persona non tanto per farla arrabbiare, quanto per farla star male inducono alla nascita di una struttura caotica che fa emergere chiaramente i tratti di un tumore. Un tumore, infatti, non ha una struttura geometrica definita, ma, bensì, caotica e disordinata. E' così che la relazione appena detta sottolinea come, apparentemente, può realmente essere vera una cosa di questo genere. Ma non si potrebbe parlare di un qualcosa di realmente scientifico se non ci fosse una controprova; infatti, al pari dell'acqua che ha ricevuto parole e frasi negative, così anche quella che ha subito un trattamento positivo è stata studiata allo stadio di ghiaccio. Questa, invece, ha generato una struttura perfetta, cristallina, al pari dei cristalli puri. Gli esperimenti sono continuati ed hanno cercato di verificare se, oltre ai verbi, anche i nomi di personalità note della storia avrebbero potuto influenzare lo stato di aggregazione delle molecole di H2O. Gli effetti si sono visti già con due nomi: al pronunciare Adolf Hitler l'acqua ha assunto una struttura simile ad una bolla di peste; al nome di Madre Teresa, invece, l'acqua si è cristallizzata come un fiore. In effetti le caratteristiche elettromagnetiche dell'acqua sono note ormai da tempo e sappiamo come sia un ottimo mezzo per condurre la corrente. Gli esperimenti di Emoto, però, non sono isolati; altri scienziati in giro per il mondo stanno focalizzando la loro attenzione su questo studio. Ad esempio, in campo omeopatico, studiosi italiani hanno constatato che l'efficacia dell'acqua sta proprio in questa caratteristica. Per curarsi bere acqua non vuole semplicemente dire "purificare l'organismo", ma allontanare altri elementi. L'acqua preparata per i rimedi omeopatici è, infatti, decisamente diversa nella struttura e nelle proprietà chimico-fisiche da quella "normale" o sottoposta a trattamenti opposti. Le capacità mnemoniche dell'acqua si risolverebbero, quindi, in parte, in poteri di riuscire a ricordarsi, dopo averle comprese, le qualità salutari delle sostenze che in essa vengono disciolte, o le cure a cui è sottoposta(cromoterapia ecc), o gli scopi per cui viene somministrata o gli impulsi, più in generale, che giungono a lei dall'esterno. Lo svizzero Luis Rey, utilizzando il procedimento della "luminescenza", ha dimostrato e così confermato queste proprietà dell'acqua; una quantità per trattamenti omeopatici, precedentemente mantenuta a contatto con acqua salata, ha mantenuto il ricordo del sale disciolto nell'altra soluzione e ciò è stato possibile verificarlo dal luminor.
Insomma, pare proprio che quell'elemento così importante per la vita di tutti noi, quello da cui origina la vita e che compone nella più alta percentuale ogni singolo organismo terrestre, è ben più di quanto si creda. E pare evidente che essa potrebbe rivelarsi in campo omeopatico e di cura, in particolare, come elemento capace di catalizzare quanto di negativo possa investire il nostro organismo e portarlo via. Forse è per questo che dopo una doccia ci sentiamo così bene; al di là di un aspetto puramente psicologico forse l'acqua, purificata e mandata in circolo, riesce a catturare le energie negative di cui, forse, siamo investiti e portarle via. L'acqua, oltetutto, è di per sé in grado di per sé di avvertire i messaggi negativi e quelli positivi, e in base a quelli si comporta componendo forme basilarmente bellissime e universalmente standard e meravigliose. L'acqua è vita ed è viva; noi siamo composti per oltre il 70% da essa e questi studi, per quanto superficiali possano apparire, in realtà rivelano una parte della realtà che ci circonda ed una parta molto concreta e profonda di noi stessi, della nostra personalità.
In fondo, la sua memoria ci rivela che la realtà e noi stessi siamo più complessi di quanto non si possa credere.

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Il cronovisore, una vicenda ai limiti del surreale...

La vicenda che racconteremo ha del surreale. Quasi impossibile da crederla per vera. Eppure, ogni singolo fatto che narreremo, è assolutamente avvenuto. La vicenda esplode improvvisamente nel 1972, quando Vincenzo Maddaloni pubblica su "La domenica del corriere" un articolo, intitolato: "Inventata la macchina che fotografa il passato". Sullo stesso si narra di una macchina, che sarebbe stata inventata recentemente, e di cui Padre Pellegrino Ernetti, esorcista ed esperto di fisica. La macchina inventata sarebbe in grado di fotografare il passato. Secondo Ernetti, in sostanza, nelle zone interessate da un qualche avvenimento storico di cui si è interessati, rimarrebbero dei rimasugli di particelle atomiche. Queste, con un'apparecchiatura sufficientemente forte e studiata in un certo modo, potrebbero essere amplificate, sottolineate in un certo senso, e fare riemergere così vere e proprie immagini, che la macchina potrebbe, così, fotografare. Nell'articolo spunta un certo "Signor X". Secondo Ernetti, questo avrebbe potuto constatare che una fotografia appena fatta sarebbe reale. Su chi sia questo "Mister X" non viene data, però, alcuna spiegazione. In sostanza la fotografia rappresenterebbe il momento della morte di Gesù Cristo in croce. Secondo il signor "X", la fotografia combacerebbe, a pieno, con l'immagine della Sacra Sindone e sarebbe la maggior conferma del funzionamento dell'apparecchio. Ma allora una domanda sorge spontanea; perché non è stata né divulgata né confermata la fotografia, come originale, al pubblico? Passa poco tempo e si scopre l'arcano: la fotografia è reale, ma fatta con una macchina fotografica normale ad una statua conservata a Todi. Crolla tutto. Almeno in apparenza, perché, di lì a poco, Ernetti dice di sapere che la macchina esiste. Lui stesso ci ha lavorato a fondo, ma che ha parlato troppo e che qualcuno desidera toglierlo di mezzo; e quella fotografia non sarebbe altro che la conferma della stessa. Guardandola, infatti, rise tra sé e sé. Ma allora, ci si chiede, cosa sapevano Padre Ernetti ed il Maddaloni, giornalista e investigatore, di tanto importante da spingere loro a creare una storia così fantasiosa e con un elemento palesemente falso? Passa poco tempo, ed emerge che, in realtà, la vera e propria origine del "Cronovisore" sarebbe da ricercarsi nell'anno 1956. In quel periodo Enrnetti avrebbe iniziato, secondo le sue stesse dichiarazioni, gli studi sull'oscillazione assieme a Padre Agostino Gemelli; fondatore nientemenoche dell'Università Cattolica di Milano. Nel frattempo, un altro religioso, Padre Brune, tenta di fare luce su questa inverosimile vicenda e dichiara che, come raccontatogli dagli stessi, "Nel 1952 Ernetti e Gemelli lavoravano allo studio di alcuni voci gregoriane". In pratica i due affermarono di aver fatto degli studi, con degli strumenti approfonditi e nuovi, su alcune voci e canti gregoriani di anni ed anni addietro, asserendo, in una seconda intervista, che nel 1956, alla presenza di testimoni, avrebbero addirittura filmato gli ultimi istanti della Passione di Cristo, fino alla morte. Allora, però, se così stanno le cose, ci si troverebbe di fronte ad una macchina che non si limita a fotografare dal passato, ma addirittura a filmare, con tanto di audio, le scene che gli si chiede, avvalendosi di amplificatori ed antenne in grado di rilevare i segnali lasciati nell'atmosfera, oramai a livello subatomico, da quegli avvenimenti stessi. Tutto ciò che fu registrato, secondo loro, sarebbe poi stato mostrato a Papa Pio XII. Non una parola però sulle domande che seguirono alle dichiarazioni, come abbiamo visto, alle volte, contraddittorie e non chiare neppure per quello che concerne gli anni di sviluppo della vicenda. A precisa domanda, sul fatto che ciò che fu ripreso avrebbe potuto smentire tutto ciò che si crede sulla religione Cristiana, l'Ernetti evade dall'attenzione dei cronisti, preferendo non dichiarare niente. Stesso dicasi per la lettera che lo stess scrive a don Borrello: dichiara che l'immagine captata del Cristo sarebbe del 1953, mentre la statua di madre Speranza, visionaria di Collevalenza che diede incarico a Cullot Valera di realizzare la scultura, sarebbe stata realizzata ben sei anni dopo, e la stessa avrebbe fatto salti di gioia nel vedere come le due si assomigliassero. Ancora una volta la cronologia cambia, e lo fa in un modo nel contempo assurdo e surreale. I fatti continuano e le accuse si rincorrono su più riviste e quotidiani. Ernetti conferma anche, in quanto esperto di musica, che nel 1963 il Ministero della Pubblica Istruzione avrebbe istituito la cattedra di Prepolifonia, affidandola a lui; sfortunatamente, però, l'istituzione di questa deve essere retrodatata al 1955. Nel frattempo, tra il 2003 ed il 2005 si rincorrono affermazioni di diverso calibro ed importanza sulla vicenda; alcune risultano assolutamente inverosimili, altre fanno riflettere e cercano di ricondurre i fatti al 1952 come inizio vero e proprio. Contemporaneamente, però, emerge anche una intervista risalente al 1993 dell'Ernetti, che dichiara che le immagini apparivano non come un film, ma in 3d, come gli ologrammi e che tutto sarebbe stato ripreso e che altri testimoni, come già aveva affermato, avrebbero assistito a quegli attimi. E' dal 1964 che Padre Ernetti è alla cattedra di Prepolifonia a Venezia ed inizia i suoi studenti all'utilizzo di un nuovo strumento: l'oscillatore elettronico. Al di là del suo funzionamento, va detto che Padre Pellegrino, per ciò che concerne gli insegnamenti di fisica, per la teologia e per la musica(oltre che per la preopolifonia), è veramente un'autorità in materia. Ma può essere criticato solo per come tenti di associarli alla fantomatica scoperta di cui parliamo e di come cerchi sostegni in Padre Gemelli ed altri. Nel 1973, però, rispunta la vicenda Cronovisore, stavolta per una scoperta apertamente pubblicizzata da padre Ernetti e da Marasca, Preside di una scuola media e amico del religioso. Questi asserirono di aver ricostruito alla perfezione il testo e la musica di una tragedia di Quinto Ennio, risalente al 169 a.C. e giunta a noi incompiuta; il Thyestes. Tutta l'operazione sarebbe stata compiuta attraverso il macchinario, ma sulla dimostrazione dell'effettiva funzionalità i due sorvolarono e ciò non fece altro che dare ossigeno ad un dibattito estremamente duro ed acceso sulla scoperta stessa. La struttura è giusta, infatti, così come la metrica e la musica; ma un'operazione così, per quanto potesse non essere così semplice, sicuramente non sarebbe risultata impossibile per padre Ernetti. La discussione continuò a lungo e fu molto dura, ciononostante Padre Pellegrino nel 1964 arrivò a capo della cattedra di Prepolifonia a Venezia ed iniziò i suoi corsi. Poi i fatti di cui abbiamo parlato e che investono il periodo degli anni '70, fino ad arrivare alla fine del decennio in questione, quando "Il Giornale dei Misteri" pubblica un articolo in cui afferma che Padre Ernetti avrebbe in mano le idee segrete di: Marconi, Gemelli e Severi. Idee segrete? Quali? Certo, molte teorie, alcune fantasiose e papabili di mensione nella vicenda cronovisore. Passiamo quindi oltre, e andiamo a sfociare più nella parapsicologia, piuttosto che nella fisica o nella metafonia. Anzi, entriamo proprio in quest'ultimo. Esordisce "Astra" nel 1990, con un articolo, ed irrompe anche qui all'improvviso: Padre Ernetti avrebbe registrato voci provenienti dall'aldilà. Nell'articolo, però, non viene citato il solo frate, ma anche padre Gemelli: la vicenda narra sia di ciò che ha riguardato il "Thyestes", ma anche per qualche voce, al di là di quelle già citate, di Canto Gregoriano. I fatti si sarebbero svolti nel 1952, ma secondo successive dichiarazioni avrebbero ritrattato tutto, dicendo che i fatti si sarebbero svolti nel 1960. Ancora una ritrattazione dei fatti, ma cerchiamo di arrivare al dunque. Ernetti afferma, di lì a poco che, poco tempo dopo la presentazione dei filmati e delle registrazioni audio o di qualsiasi altra cosa si fosse trattato, il cronovisore sarebbe stato preso dal Vaticano e dal Ministero degli Interni italiano, smontato, e quindi nascosto, probabilmente, proprio nei locali di quest'ultimo. Quest'ultima affermazione, però, trova poche conferme, anche se fu don Borrello a formularla(Brune, invece, indicava il Vaticano come nascondiglio del macchinario). Ma cosa è successo e a cosa è servito tutto questo? La risposta potrebbe essere rinvenuta in una teoria, forse troppo forte, ma comunque plausibile: padre Ernetti, insieme a Gemelli, aveva bisogno di fondi per continuare le proprie ricerche e il cronovisore, forse proprio uno degli elementi di ricerca, era un'ottima pubblicità per ricavare il denaro desiderato. Ma del resto come considerare l'inserimento del Vaticano che mai, praticamente, ha apertamente smentito qualsiasi coinvolgimento? Cerchiamo di continuare e di arrivare alla conclusione. Nel 2000 esce negli Stati Uniti un libro dal titolo: "Father Ernetti's Chronovisor: The Creation and the disappearence of the world's first time machine". Il titolo, una volta di più, è eclatante, ma troppo stravolgente, anche nei contenuti. Nonostante tutto di lì a poco il programma "Stargate"(all'epoca condotto da Roberto Giacobbo), per dovere di cronaca espone i fatti cercando di dare una spiegazione a quanto raccontato dall'autore; Peter Krassa. Esso stesso ci dice che alcuni frammenti di quell'apparecchio si troverebbero là dove Ernetti lavorava e dove avrebbe proprio sperimentato il tutto: là sull'isola di San Giorgio, a Venezia, nel convento dove avrebbe, appunto, condotto i propri esperimenti, nelle aule del conservatorio. Krassa, comunque, in tutto il suo libro è estremamente vago, senza mai approfondire la questione né specificare l'origine delle fonti.

Concludendo, saltando spiegazioni di inutili conclusioni, ci avviamo a stringere il cerchio di una vicenda veramente complicata e di cui ho preferito riportare solo alcuni elementi. Il Signor X, che ha sollevato un polverone, concordando quell'intervista con Maddaloni non ha fatto altro che sollevare il velo e mostrare la debolezza di un uomo, padre Ernetti, che aveva iniziato da anni, evadendo da ruoli a sé più consoni(fisico, musicista, professore prepolifonico ed esorcista), a mostrare segni di squilibrio mentale. Un gesto pietoso, ma necessario. Se quella fotografia non fosse emersa, adesso, forse, ci troveremo ancora a parlare di un apparecchio che, forse, ha un concreto presupposto scientifico-fisico, ma che, contemporaneamente, ha anche un fondamento fantascientifico.
Questa soluzione, forse banale, sembra, però, la più concreta e corretta. Certo, possiamo continuare a fantasticare quanto vogliamo, non sapendo a pieno cosa sia successo, ma muovendoci solo ed esclusivamente per sentito dire e per interviste a quotidiani ed altro. Forse il cronovisore fu realmente inventato, e noi conosciamo poco dei fatti precedenti e futuri. Forse quella foto fu portata in evidenza proprio per farci giungere alla conclusione precendentemente detta, e credere Ernetti un pazzo visionario. Chissà, questo potremo, forse, scoprirlo un giorno; forse no. Forse da un vecchio scantinato usciranno degli strumenti strani, qualche antenna che qualcuno vorrà provare a ricomporre e ricostruirà un macchinario che, si credeva, non fosse mai esistito.

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