Prima novità dell'anno nuovo: il mio primo romanzo su una mia scoperta che rivoluzionerà il modo di leggere la Divina Commedia.
Sotto, tutte le notizie e anticipazioni. Anche sul programma, ovviamente!
Buona lettura a tutti!

Magia e mistero in una storia fantastica da raccontare....

Sembra un classico argomento, una di quelle storie già sentite e risentite, e forse lo è, ma porta con sé tanti misteri legati alla magia, alla fantasia, alla storia. Tutto cominciò nel 305, quando le prime comunità cristiane stavano iniziando la diffusione della Parola di Dio, in un periodo che vedrà l'editto di Costantino, che proclamò il Cristianesimo la religione madre dell'Impero. In quell'anno, un tale Nicola, fu nominato a gran voce Vescovo di Myra, in Anatolia. Dopo esser stato imprigionato ed esiliato nel 305, fu poi liberato dallo stesso Costantino nel 313. Nicola riprese la sua attività con la comunità cristiana di Myra, sempre agendo per il bene altrui. La storia ci narra, tra le molte cose da lui fatte, di due sorelle che avevano bisogno di soldi per la dote, altrimenti il padre si sarebbe trovato costretto a farle prostituire. Nicola, allora, pattuì col padre delle ragazze che, di notte, per tre notti consecutive, avrebbero dovuto mantenere una finestra aperta, lì il vescovo avrebbe lanciato un sacco pieno di soldi a notte. Le cose andarono per il verso giusto per le prime due notti, ma la terza Nicola si trovò la finestra chiusa; così, pur di dare quei soldi, si arrampicò di persona fino al tetto e fece calare il sacco coi soldi dal camino, lì dove venivano appesi i calzini. Secoli dopo Nicola sarebbe stato ricordato come San Nicola e le sue spoglie trasportate da 62 marinai nel 1087, in verità si pensa che questi fossero cavalieri, per salvarle dagli attacchi al mondo ed alle reliquie cristiane di quel periodo e messe nella cattedrale di Bari. Lo spirito del Santo ha continuato a vivere, fondendosi nel corso dei secoli con tradizioni cristiane ed elementi pagani. La mitra rossa e la veste dello stesso colore sono gli elementi distintivi di quest'uomo, rappresentato da allora nei Paesi Bassi, in Germania, Belgio, Svizzera ed Austria così fino ad oggi. Ma se già qui finisse il nostro viaggio sarebbe poco più di un piccolo tour. Invece il nostro viaggio continua. La storia e la tradizione dei popoli nordici, che legarono sempre più nel corso del tempo la storia di un uomo che per il 6 dicembre portava i doni(San Nicola) ad elementi non cristiani, ci narra del dio Odino. Secondo la leggenda il dio era solito organizzare ogni anno una battuta di caccia e di farla muovendosi su di un cavallo volante. In corrispondenza di quel giorno i bambini, per sfamare il cavallo del dio, lasciavano sotto al camino degli stivali che riempivano di carote e paglia. La tradizione era solita per il 6 dicembre e in quei posti San Nicola è tuttora festeggiato proprio come l'uomo che porta i doni su di un cavallo, per cui i bambini preparano il mangiare. Il sincretismo a cui è stato soggetto è chiaro ed evidente e si protrae nel corso dei secoli. Arriviamo alla prosa inglese, quando Charles Dickens scrive il suo "Canto di Natale"(A Christmas Carol), inserendo una figura che possiede le caratteristiche ed i particolari che abbiamo detto. Si tratta di uno spirito che rappresenta la bontà natalizia, lo Spirito del Natale presente, vestito di verde. La svolta è avviata dall'Olanda, e ormai la magia e la voglia di credere ad un qualcosa di fantastico spinge questo popolo, "creatore" della figura di Sinterklaas, derivata da San Nicola, ad evolverla, attribuendogli una divisa rossa, ed una mitra(cappello vescovile) dello stesso colore, un bastone pastorale e una barba lunga, folta e bianca. Sinterklaas si muove con un cavallo bianco volante e coi suoi aiutanti(piccoli, tanto da poter entrare attraverso il camino nelle case), lascia i doni a tutti i bimbi, solitamente, anche qui, il 6 dicembre. Ed eccoci al punto cardine, alla svolta su questa figura , stupenda. I gruppi olandesi ed inglesi, trasferitisi in America, finirono per identificarsi nella figura di Sinterklaas; così facendo fecere delle "fusioni" di usi, particolari che questa figura avrebbe avuto. Da Sinterklaas il nome, nel corso del tempo, passò a Santa Claus e si concretizzò quando sul giornale della città di Troy, il Sentinel, fu pubblicata una storia(23 dicembre 1823), scritta da Clement Clarke Moore: "The night before Christmas". Santa Claus è un uomo anziano, barba folta, che si sposta, nella notte di Natale, con otto renne, per la prima volta nominate: Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen. I colori della veste però variano in continuazione, fino a quando, con le prime cartoline di Natale, nel 1885, andò sempre più verso una decisa e ferma scelta. Pian piano sempre più riviste e pubblicazioni aggiungevano particolari, andando, così via, stabilizzandosi. L'impulso definitivo è certamente giunto quando la Coca-Cola lo ha scelto come testimonial di eccezione nella sua campagna pubblicitaria natalizia. Così è nata e si è concretizzata la figura che tuttora vediamo: barba bianca, completo rosso, con finiture di pelliccia bianca e con bottoni oro, cintura, stivali, cappello rosso con pon-pon bianco, sacco pieno di regali, occhialini e slitta volante, trainata da otto renne. La sua dimora non è però certa; c'è chi dice sia il Polo Nord (U.S.A. e molti altri paesi), chi, invece, lo sistema in Lapponia(Rowaniemi); altri invece in Svezia o Groenlandia; comuque tutti posti freddi. Ma nonostante le tradizioni varie e gli adulti, la magia è sempre presente e quando la leggi in una voce, o in uno sguardo di un bambino durante Natale, anche te ne sei immerso. Così fu anche per Harry Shoup, comandante del CONAD(Continental Air Defense Command). Per errore il numero che nel 1955 Sear Roebuck, un grande magazzino di Colorado Springs dette ai bambini dicendo fosse quello di Babbo Natale, corrispondeva a quello del comando della difesa aerea. Il centralino andò in tilt, e il comandante, nonostante ciò, proprio come può fare un padre coi figli, a tutti i bambini che chiamarono diceva che captava col radar la slitta di Babbo Natale, illuminando la giornata a tutti loro. Concludendo questo inusuale, ma stupendo viaggio, vogliamo lasciarci con la magia e la voglia di credere che qualcosa di stupendo sia possibile, proprio come fu risposto a Virginia, nel 1897, una bambina che si chiedeva se realmente esistesse Babbo Natale. Scrisse una lettera al New York Sun e l'editorialista pubblicò una risposta che ancora riecheggia: "Si Virginia, Babbo Natale esite eccome, così come esistono l'amore, la generosità e la devozione". Perché non fantasticare? Perché non sognare, non costa nulla e non importa se si sembrerebbe folli; chi ha occhi e cuore per sognare, è vivo. Con questo vi saluto. Passate tutti un Buon Natale e in generale delle Buonissime Feste! Ci rivediamo l'anno prossimo, quando il blog compirà un anno di vita e sarà celebrato con un articolo a dovere, che, come già era successo lo scorso mese, farò scegliere a voi, proprio per festeggiare questo primo anno di vita.

Buon Natale e Buon Anno a tutti!!!

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Le scritte della Sindone


Ho scritto già tre articoli sulla Sacra Sindone e sul Sudario, ma è giusto, quando ci sono novità importanti, renderle note. Una ricercatrice, esperta in storia templare e "Ufficiale"(Funzionaria in servizio permanente) dell'Archivio Vaticano, da alcuni anni stava lavorando con molta intensità ad uno studio puramente scientifico del reperto più importante e sacro della religione cristiana, su cui, ancora, ci sono molti dibattiti. Questa giovane studiosa è Barbara Frale che, con Francesco Tommasi e Simonetta Cerrini, guida le ricerche e gli studi sui Templari. Il "lenzuolo" di Cristo, si sa, è stato sottoposto soprattutto negli ultimi anni a numerose ricerche e studi, per mezzo di tecniche sempre più approfondite, andando a ricercare prove, dati, anche a livello microscopico e di raggi elettromagnetici. Nel 1978, a seguito del negativo della fotografia della Sindone, che rivelò dati incredibili, si notò subito un particolare. In un lembo di stoffa della stessa era stata individuata una macchia anomala; approfondendo l'ingrandimento si era notato che quella che appariva come una macchia, in realtà era un testo, ma ancora troppo piccolo e sporco da consentirne la lettura. Gli studi sono proseguiti avvalendosi di numerose tecniche, fino a quando non si è riusciti a decifrare la scritta. Questa è una sola, non un testo elaborato, ma riprodotta in tre lingue(quelle ufficiali di Gerusalemme): Latino, Greco ed Aramaico. Questo elemento è già un qualcosa di particolare e che ha fatto riflettere gli studiosi sollevando non pochi dubbi sulla veridicità della Sindone e sul perché, soprattutto, fosse presente una scritta su un lenzuolo vestito da un condannato a morte ormai deceduto. Non era usanza realizzare queste scritte, così ha sollevato un grosso polverone e dubbi sul perché; ma una prima ipotesi elaborata dalla Frale è che questa si sarebbe formata per contatto, magari con cartigli. Un'ipotesi è che queste fossero presenti, perché questo sarebbe stato un condannato molto importante, ritenuto pericoloso per l'ordine pubblico e che, così, quelle scritte avrebbero certificato la sua morte. Un'ipotesi plausibile, ma altre sono al vaglio. Ciò che è molto interessante, però, è che queste scritte provano che quel lenzuolo aveva a che fare con un certo Gesù Nazareno, ma potrebbe anche trattarsi di un caso di omonimia. Lasciamo aperte tutte le strade possibili e tutte le ipotesi, in attesa di nuovi sviluppi e novità.

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