Prima novità dell'anno nuovo: il mio primo romanzo su una mia scoperta che rivoluzionerà il modo di leggere la Divina Commedia.
Sotto, tutte le notizie e anticipazioni. Anche sul programma, ovviamente!
Buona lettura a tutti!

Le lampade di Dendera, ritorno al futuro


Un qualcosa che non ci si aspetterebbe di trovare visitando dei siti archeologici, un qualcosa di realmente sorpendente, un qualcosa, di incredibile.

Ci troviamo a Dendera, in Egitto, più precisamente nel tempio di questa , a 2,5 Km di distanza dalla città, in prossimità di Luxor. Un luogo ricco di suggestioni, scenari splendidi, colori incredibili, ma che, al di là dell'aspetto propriamente paesaggistico, conserva un rilievo scolpito nel tempio stesso di assoluto interesse. In fondo che gli antichi conoscessero la tecnologia in maniera molto approfondità, è un fatto assodato, in particolar modo sappiamo che erano molto bravi nella meccanica. Non si penserebbe mai ad un loro interessamento nel campo della tecnologia, ma l'indizio trovato nel Tempio di Dendera farebbe pensare che in fondo non sia così come crediamo. Un bassorilievo che da anni sta facendo discutere, si trova all'interno del Tempio, tra tutti i disegni che raffigurano gli dei ed i faraoni ne emerge uno sulla cui interpretazione si sta ancora studiando. Secondo alcuni studiosi esperti di geroglifici, si tratterebbe solo di oggetti usati nelle normali cerimonie del Regno, ma secondo altri, invece, ci troveremo di fronte ad una scoperta realmente sensazionale: si tratterebbe di lampade.
Sono evidente infatti le similitudini e le analogie di buona parte di questi simboli con quello che è il metodo attuale di indicare le varie parti di dispositivi elettrici. A partire dai condensatori, fino ad arrivare ai fili sottoposti ad incandescenza e al simbolo classico della "resistenza". Oltretutto, la stessa forma di quello che sembrerebbe vetro con dentro il classico filo che viene scaldato fino a raggiungere l'incandescenza richiama incredibilmente a quelle che sono le lampade che noi utilizziamo grazie all'energia elettrica. Secondo gli egittologi, appunto, noi abituati a vedere le lampadine e altri dispositivi elettrici avremo travisato il significato originale dei geroglifici a Dendera. Si è quindi sempre più discusso su questo argomento, ma per quanto si possa discutere, un disegno simile non si è mai rintracciato fino ai tempi moderni. Le dispute tuttora sono in corso, ma nel 1879 fu costruito un oggetto simile, che funziona proprio come una vera e propria lampada ai raggi "X"; il tubo di Crookes. Le analogie per forma e posizionamento degli elettrodi, degli anodi e dei catodi, nonché del vetro con le lampade trovate a Dendera sono incredibili, e a dirla tutta Crookes elaborò la sua lampada dieci anni dopo che la scoperta era stata fatta e le pubblicazioni di quegli strani geroglifici erano state giunte all'attenzione mondiale.
La somiglianza è così stretta che c'è chi ha ipotizzato che Crookes abbia fatto riferimento ai disegni per concludere e realizzare gli studi sul suo macchinario a raggi "X".
Nel particolare le lampade hanno un gambo flessibile all'attacco, molto simile ad un cavo che conduce elettricità; un serpente che emana raggi luminosi è disegnato al centro della lampada e quando la lampada di Crookes è accesa si vede un disegno simile all'interno; il sostegno centrale, nell'interpretazione archeologica classica, invece, è identificato come una parte della colonna dorsale di Osiride; a vederlo più scientificamente, invece, con le nozioni di elettrotecnica di cui disponiamo, assomiglia enormemente ad un momento elettrico con doppio avvolgimento, che è un elemeto necessario affinché il dispositivo di Crookes entri in funzioni, e, altra coincidenza, in corrispondenza di unl dio, messo con due strumenti in mano a far segno "venite", escono i raggi "X" che proprio lì impressionano la superficie postavi frontalmente. Tante coincidenze che fanno pensare a qualcosa di più che semplici geroglifici religiosi o mitici; sembra realmente qualcosa di diverso, qualcosa di realmente simile ad una lampada.
Un ingegnere austriaco ha ricostruito la lampada, ma con dimensioni inferiori rispetto a quelle del geroglifico, prendendosi le inevitabili critiche degli egittologi sia per il desiderio di dimostrare che la rappresentazione in questione era di qualcosa di più di una lampada, sia per il fatto che le dimensioni dell'oggetto da lui riprodotto erano, a loro dire, ridotte. Qualche anno fa gli egittologi hanno decifrato i geroglifici e questi dicono che quello era un oggetto grande quanto 5 mani umane(stessa dimensione del prototipo dell'ingegnere) capace di generare luce.
Una scoperta sensazionale; evidentemente, ma questo, per chi segue questo canale non è una novità, credo proprio che delle antiche civiltà si sappia ben poco e una scoperta così clamorosa(ancora però non avvallata dagli egittologi più importanti), ha un peso incredibile su tutta la storia del mondo antico. Comunque fino a quando non se ne saprà di più rimangono tutte ipotesi, niente di più, ma affascinanti viste le incredibili similitudini con il presente tecnologico e forse ancora enormi segreti.

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P2, la loggia segreta massonica


Le vicende relative alla famosa Loggia P2 in Italia hanno stimolato il dibattito a lungo e tuttora continuano ad infiammarlo. Nonostante siano passati ormai quasi 30 anni dall’ “ufficiale” scioglimento della Loggia da parte di una commissione parlamentare il 10/12/1981, questo argomento continua a suscitare interesse, per vicende non ancora del tutto chiarite ed inevitabili strascichi.
Dell’esistenza di una Loggia P2 si ha notizia ancor prima che quella che noi conosciamo prendesse corpo. Il G.O.I. (Grande Oriente d’Italia) dette avvio alla nascita di più logge nel territorio italiano; queste vennero “Propagande” e via via numerate(P1, P2, P3, P4 ecc). Il compito massonico di cercare di guidare e controllare da dietro le quinte i governi e gli organi più importanti di stato per cercare di guidare i paesi verso il giusto fu ancor più considerato quando Adriano Lemmi, banchiere livornese, credette necessario istituire una Loggia “coperta”, apposta per controllare la finanza pubblica e con l’intento di spodestare chi fosse stato al potere di un qualsiasi stato senza essere massone. Fu così che in poco tempo 300 parlamentari divennero massoni e Lemmi pensò di riunire i più potenti tutti sotto un’unica Loggia: la P2. Formalmente non esisteva e chi ne faceva parte veniva esentato dai normali obblighi massonici, ma in cambio riceveva copertura per qualsiasi affare desiderasse realizzare. Nonostante tutto, lo scandalo della Banca Romana investì anche loro, nessuno escluso ed il conseguente periodo fascista non fece altro che aggravare la situazione. La fine della Seconda Guerra Mondiale fu una boccata d’ossigeno per la Massoneria che potè riorganizzare sé stessa e la stessa P2.
E’ il dicembre 1965 ed il Gran Maestro aggiunto Ascanelli presenta al Gran Maestro Gamberini l’apprendista Licio Gelli. Subito dopo l’incontro Gelli viene elevato di grado, da apprendista a maestro per la P2. Numerosi “affari” avvennero in quel periodo: dalla scalata al “Corriere della sera” al Banco Ambrosiano, fino all’Eni-Petroneum; in ognuno di questi comparvero cadaveri e furono tutti scandali e la mano della P2.
Nel 1971 Gelli divenne segretario organizzativo, con totale controllo sulla Loggia che l’anno successivo cambia nome in “Raggruppamento Gelli-P2”. Inizia così ad essere completamente esente da qualsiasi tipo di controllo, arrivando a fondersi nel ’73 con la loggia segreta “Giustizia e Libertà”. I continui lavori ed interessi che venivano coperti ed accettati non fecero altro che aumentare i dissidi con le altre logge, fino a portare a tentativi di scioglimento della Loggia P2 da parte di altri; tutti tentativi falliti. Oramai Gelli aveva troppo potere e fu così che Lino Salvini, maestro del G.O.I., non vedendo di buon occhio il potere che Gelli veniva accumulando ricostituì la P2 e portò lo stesso a livello di maestro venerabile.
Nel 1975 così Gelli fondò a Montecarlo l’Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell’Assistenza Massonica, una loggia che riuniva tutti i maestri di più alto rango e le personalità principali(sarebbe tuttora attiva).
Poco dopo il 19/6/1970, giorno della sua elezione, Salvini delegò Licio Gelli di presentarlo agli iscritti della P2 come “segretario organizzativo”. Ma i fatti, come abbiamo visto, non hanno poi ricalcato le aspettative di Salvini che, così, decise di rendere “non coperta” la loggia. Questa azione, però, non avrebbe potuto essere accolta con piacere dal Gelli, che reagì così facendo circolare documenti riguardo possibili malversamenti finanziari del Salvini. Tempo un mese e la P2 tornò regolare e “coperta”, che quindi risultava come non esitante e sempre più personalità si affiliarono alla loggia, seppur segretamente, al punto che solo il Gelli sapeva chi fossero. Nel 1978 venne eletto Ennio Battelli Gran Maestro al posto di Salvini, ma si ebbe una sostanziale continuità con la passata gestione.
Il declino della P2 cominciò quando il 17/3/1981 la guardia di Finanza perquisì Castiglion Fibocchi, sequestrando documenti appartenenti a Licio Gelli. Da questi emergevano 953 nominativi di appartenenti alla P2; figuravano: 3 ministri, 1 segretario di partito, i capi dei servizi segreti, 44 parlamentari, 12 generali dei carabinieri, 5 della guardia di finanza, 22 generali dell’esercito, 8 ammiragli, 4 generali dell’aereonautica, uomini d’affari, questori, prefetti, banchieri, magistrati, editori, giornalisti ecc. Esploso lo scandalo, cadde anche il Governo ed il nuovo(Governo Spadolini) formulò un testo nominativo e il G.O.I. il 31/10/1981 espulse il Gelli.
La Loggia P2, però, era troppo potente e presto valicò i confini nazionali, con sedi in Uruguay, Brasile, Venezuela, U.S.A. e Romania, con forti legami con Ceausescu.
Da qui a la caduta della P2 c’è poca distanza, tempo due mesi, che il 10 dicembre 1981 il Parlamento sciolse ufficialmente la Loggia P2. Certo, risulta un po’ difficile credere ad uno scioglimento definitivo, in quanto tra la creazione della commissione d’inchiesta sulla P2 e lo scioglimento della stessa passa solo un giorno. I fascicoli veri, forse, non saranno mai aperti, così come il sapere se realmente questa non esiste più; certo è che, proprio per questo, la storia passata e presente della P2 resta uno dei misteri italiani più oscuri ed intriganti di sempre.


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