Prima novità dell'anno nuovo: il mio primo romanzo su una mia scoperta che rivoluzionerà il modo di leggere la Divina Commedia.
Sotto, tutte le notizie e anticipazioni. Anche sul programma, ovviamente!
Buona lettura a tutti!

isola di pasqua, l'ombelico del mondo, tra mistero e bellezza


Vedendo la carta geografica quasi si pensa ad un errore di stampa se si guarda nell'oceano pacifico, a sud, abbastanza vicino al continente americano; in realtà così non è, non c'è alcun errore, il puntino verde che si vede non è un errore di stampa, ma un'isola: l'Isola di Pasqua.
Questo luogo, al centro di leggende e storie, è un vero e proprio "paradiso" terrestre; la conformazione, infatti, vede un mare stupendo e, vedendo tutt'attorno, non si riesce a scorgere nessun altro luogo, né il Cile(stato di cui fa parte l'isola) né altro. Sono presenti grandi vulcani "a cono" spenti, in cui, ormai, si è concentrata
l'acqua via via piovuta o comunque emersa in superficie da falde all'interno della crosta terrestre e dall'Oceano; ci sono montagne bellissime e piante stupende. Insomma, siamo in un luogo letteralemente stupendo in cui l'ospitalità è massima e che attira a sé l'attenzione di tutto il pianeta per un'antica civiltà, ancora da scoprire fino in fondo che, fin dai primi contatti col mondo occidentale ha affascinato.

Ma andiamo con ordine. Nel 1786, un artista di bordo di una spedizione guidata dal francese La Perouse che giunse su una piccola isola nel Pacifico, rapprsentò una scena alquanto insolita: grandi statue di busti umani con grossi copricapi facevano da sfondo al disegno in cui, oltretutto, erano presenti indigeni con caratteristiche simile a quelle di noi europei. Come è possibile? Procediamo, come sempre, per gradi. I nativi chiamano questo luogo "Rapa Nui", cioè ombelico del mondo; ma il nome con cui la conosciamo, Pasqua, è dovuto alla scoperta, avvenuta il giorno di Pasqua dell'anno 1722 dall'ammiraglio olandese Jacob Roggeveen, a cui è stata attribuita la paternità della scoperta. Ma già in precedenza l'isola e i suoi abitanti era stata visitata, per quanto inaccessibile. In ogni caso, dopo un primo scontro in cui perirono una dozzina di indigeni contro gli uomini dell'ammiraglio e delle sue armi da fuoco, il re dell'Isola riuscì a comunicare con Roggeveen e gli confidò che lui e gli altri abitanti erano gli ultimi di un antico popolo.
Ma chi erano gli indigeni dell'isola e da dove venivano? Possibile che le statue che ci hanno lasciato siano i loro avi rappresentati? Certo è che il fascino principale dell'isola sta proprio in queste statue, i Moai. Queste sono realizzate da monoliti di pietra vulcanica, realizzati ancora non si sa bene come, ma è chiaro che la cava da cui si è ricavato il materiale e in cui si scolpivano queste enormi statue è proprio il vulcano principe dell'isola, in quanto si è rinvenuto proprio un Moai intagliato nel vulcano, ancora da ultimare.
Le tracce dei primi abitanti dellisola risalgono circa al 300 d.C., quando delle canoe giunsero dalla Polinesia, guidate seguendo, probabilmente le migrazioni di alcuni uccelli. In ogni caso, si narra anche di una storia, quella degli abitanti provenienti da Est, "le orecchie lunghe", e quelli provenienti da ovest, le "orecchie corte"; con i primi che comandavano e che comandarono fino a quando un giorno, tra il 1680 ed il 1774, i membri delle "Orecchie Lunghe" dettero ordine alle "Orecchie Corte" di gettare in mare i Moai. Gli schiavi, però, rifiutarono e ne seguì un vero e proprio scontro, cruentissimo, in cui le "Orecchie Corte" trucidarono i loro padroni e ne bruciarono i corpi; e recenti scavi hanno trovato una trincea con diversi resti umani bruciate. Ma come mai, questi uomini si erano avventurati qui? E poi, cosa rappresentavano per loro i Moai?
C'è da dire, anzitutto, che questi indigeni praticavano in certi casi(sovrannumero di abitanti) il cannibalismo e, per questo, le abitazioni dell'isola hanno tutte un'entrata tipo igloo, in cui per entrare bisogna andare a carponi, esponendo la testa a chi è dentro. Era quindi un popolo particolare, che aveva queste grandi sculture, i Moai, posti su pietre sacre dette "ahu" e che poi passarono alla venerazione del Dio-uccello, fino al 1878, una religione, se così la si può definire, comune a più popoli distinti del mondo, come fosse una coscienza comune, tipo popolazioni celtiche, africane, arabe e quant'altro. Come riuscirono gli indigeni di Rapa Nui a trasportare fino a "vicino" al mare i Moai, appunto? Queste enormi statue sono rivolte tutte verso il mare e sono disposte secondo file vere e proprie. Secondo la palinologia, la scienza che studia i pollini, sulle statue sono stati trovati pollini di Hau Hau, l'albero della corda, e di toromiro, l'albero per bruciare. Questo studio potrebbe confermare le ipotesi secondo le quali queste statue sarebbero state fatte scorrere su questi legni, disposte a mo' di piattaforme. Contemporaneamente, però, si sa anche che circa nell'800 d.C. un grande incendio ha fatto scomparire un'intera foresta subtropicale. Ma allora, se non c'erano legni a sufficienza, come era stato possibile portare i Moai fino agli ahu?
La quantità di teorie a riguardo è molto elevata, ma una fa riferimento agli elefanti; infatti, l'armata del guerriero mongolo Kublai Kahn, mandata ad invadere il Giappone, avrebbe avuto migliaia di barche cariche di elefanti, ma oltre cinquemila si dispersero nell'Oceano a seguito di una tempesta. Alcune di queste sarebbero naufragate a Rapa Nui. Questa teoria, però, non è molto probabile.
In ogni caso, il fascino dell'isola rimane invariato e c'è chi lo ricollega ad una delle storie più fantastiche conosciute: il mito di Atlantide, o Mu o Lemuria che dir si voglia. Infatti sull'isola sono stati trovati dei caratteri, su delle tavolette lignee chiamate Rongo Rongo, con un alfabeto estremamente simile a quello rinvenuto a Mohenjo-Daro, in India che, per essere raggiunto, necessità di circumnavigare metà sud-America, doppiare il Capo di Buona Speranza, e poi risalire l'Oceano Indiano. Insomma, non proprio uno "scherzo" per l'epoca. In ogni caso le tavolette c'è chi sostiene, il Prof. Fisher su "New Scientist", che i tsti sarebbero sacri e rappresenterebbero la creazione. Per altri, non "ufficiali", invece, i Rongo Rongo rappresenterebbero invece un manuale di istruzioni per la costruzione di un reattore energetico.
Tante le teorie, ma ancora la realtà resta un mito, l'unica certezza è rappresentata dai Moai, fermi e fieri, indissolubili e immortali impronte della civiltà di Rapa Nui, ancora così misteriosa e così lontana. Le teorie si seguiranno ancora per molto, ma siamo certi che, quando la realtà emergerà dall'ombra dei secoli sarà comunque affascinante e ricca di cultura.

Questo post, vi informo, è l'ultimo fino a settebre. Parto per le vacanze e torno ad inizio settembre. Auguro, allora, a tutti i visitatori Buone vacanze!
Riprenderemo il nostro viaggio a settembre. Ciao a tutti!

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Coral Castle, monumento d'amore





C'è un posto, una struttura, che ha una storia e delle caratteristiche che lo inseriscono di diritto tra i luoghi fantastici e "magici". Stiamo parlando di Coral Castle.
Questo luogo, creato dal lettone Edward Leedskalnin, si trova a Homestead in Florida.
Il nome del luogo, però, potrebbe deviare. Infatti il materiale utilizzato non è il corallo, ma una pietra locale chiamata, appunto, coral.
Partiamo innanzi tutto, però, dal parlare di un sogno; o meglio, da una storia d' amore. Infatti, Edward, trasferitosi negli Stati Uniti, era innamorato di una donna, molto più giovane di lui. Questa, però, non conosceva Edward se non di vista, e lui non le aveva mai confidato il suo amore. La sua volontà, quindi, fu quella di costruire, in onore della sua "amata", un castello vero e proprio e, concluso questo, Edward avrebbe fatto ladichiarazione alla donna di cui era innamorato. Allora, armato di buona volontà e amore, iniziò a lavorarvi, ma da solo.
Amico di Nicolas Tesla, grandissimo studioso dell'elettromagnetismo, si crede che Leedskalnin abbia sfruttato queste conoscenze, poi andate perdute, per il suo lavoro. Perché diciamo questo? Vediamo di fare chiarezza. Il fondatore di Coral Castle era un uomo molto magro, alto solo 1,39 m, ed è riuscito, da solo, a tagliare blocchi interi di coral(simile per consistenza al granito) e a spostarli. Questi sono, però, tutti pezzi che pesano diverse tonnellate ciascuno e, nonostante le interperie del tempo, sono tuttora visibili e può essere verificato come si incastrino, tipo i blocchi granitici delle piramidi egizie, al millimetro; ossia tra blocco e blocco non è possibile far passare neppure una carta di credito. Questa è la particolarità ed il mistero di Coral Castle, perché Leedskinin non ha mai rivelato a nessuno il suo segreto neppure quando ci fu la necessità di spostarlo. Esatto, avete capito bene; l'intero plesso fu spostato per intero e rimontato a circa 16 km di distanza dal luogo d'origine, a causa dell'espansione edilizia, per la quale, nel 1936, furono costruiti nuovi edifici nei pressi della sua costruzione, ed essendo Edward una persona molto riservata, allora decise di spostarlo. L'intero "trasloco" ed il riposizionamento occupò 10 anni della vita dell'uomo.
La struttura del Castello non è tanto quella di un vero e proprio castello, ma piuttosto quella di un giardino romantico; anche se Edward lo abitava. Ci sono incredibili posizionamenti, meridiane per calcolare il tempo, una poltrona in pietra che pesa una tonnellata, un tavolo a forma di cuore con, al centro, un fiore(doveva essere fiorito tutto l'anno); un obelisco con un foro perfettamente allineato con la stella polare; una "fontana della luna" che rappresenta le fasi lunari e il monolite di ingresso pesa ben 9 tonnellate, ma come altri uguali, occorre la sola pressione di un dito per aprirlo, tanto è perfetto l'inserimento nei cardini ed il taglio.
La teoria più affascinante sulla costruzione del castello, è quella per cui, appunto, Leedskinin si sarebbe avvalso di conoscenze di elettromagnetismo tali da consentire a lui, da solo, di spostare questi immensi blocchi monolitici e, con chissà quale tecnica, anche di tagliarli e lavorarli. Le onde elettromagnetiche da lui sfruttate, consentirebbero di eliminare la forza gravitazionale, basato, sembrerebbe, su onde magnetiche, mentre per altri su onde armoniche sonore. Secondo dei ragazzini, invece, Edward avrebbe utilizzato grossi palloni ad idrogeno; certo è che, però, Leedskinin ha detto che lui era a conoscenza del segreto della costruzione delle piramidi egizie e l'avrebbe usato per il castello, che conisterebbe nello sfruttare la maglia elettromagnetica terrestre(cosa, però, ancora sconosciuta). Le uniche foto, però, che esistono della costruzione mostrano carrucole e paranchi lignei, ma, secondo calcoli realizzati, tali sturmenti non avrebbero consentito di compiere il lavoro che è stato fatto.
Questo è il mistero ed il fascino di questo luogo. Ma quando alla fine fu detto alla donna che amava che lui aveva costruito questa opera solo per suo amore e le fu chiesto se voleva vederlo e conoscere Edward, lei rispose: "No grazie".
Così finisce il nostro racconto, ed il segreto è destinato a rimanere tale, in quanto nel 1951 Leedskinin si ammalò e, prima di svelare il suo segreto si diresse all'ospedale con la corriera, incidendo su una pietra: "Vado all'ospedale, torno presto". In realtà, pochi giorni dopo, Edward morì per via di un tumore maligno allo stomaco portando con sé il segreto della sua grande opera.

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Ulteriori novità

Per tutti coloro che passano di qui e per gli iscritti: l'indirizzo è cambiato. www.thenewvoyager.blogspot.com . Oltre a ciò, informo tutti delle novità riguardanti i video di "Aspettando Voyager", a destra, presentati dall'amico Michele Rossi, amministratore del forum ufficiale a cui siamo affiliati, nonché, appunto, collaboratore della trasmissione. In più, se notate, è presente una barra di ricerca di elementi nel blog; se volete cercare un argomento, una parola o altro nel blog, basta che utilizziate questa nuova opportunità che vi propongo! Un saluto a tutti e seguite il nuovo intervento di domani!
Filippo, amministratore del blog.

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accordo col forum ufficiale

Informo tutti i visitatori che, come ho scritto nella descrizione del blog, ci siamo affiliati al forum ufficialmente riconosciuto della trasmissione: voyagerfanclub.forumfree.net . Consiglio a tutti i visitatori di visitarlo e di iscriversi. E' completo, ricco di informazioni, continuamente aggiornato e gestito da un grande appassionato e collaboratore della trasmissione. Per questo ringrazio lui, appunto, Michele Rossi, amministratore e fondatore del forum, per il collegamento che abbiamo realizzato tra il mio blog ed il suo forum. Come da me promesso, come vedete, le novità sono continue!!!
Filippo, amministratore del blog.

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crop circles: seconda parte


Riprendiamo la nostra indagine sui "cerchi nel grano" e cerchiamo di fare chiarezza su cosa possano essere e su chi li faccia.

Abbiamo già detto che esistono dei metodi che consentono di individuare quali siano veri e quali no. La cosa non è molto semplice, ma esistono degli organi competenti, appunto, che devono cercare in qualche modo di capire quali siano originali, e quindi classificarli e studiarli.
Le cause, che si stanno analizzando, non sono chiare assolutamente. Le teorie negli anni si sono susseguite a tal punto da spingere a credere, addirittura, ad una possibile influenza aliena nella creazione degli stessi. Molti studiosi e ricercatori, però, credono nella cimatica, come causa principe; questa si basa sulla propagazione dei suoni e delle vibrazioni che, come si è studiato, formano disegni di una complessità abbastanza elevata; e sarebbero proprio queste vibrazioni a causare i cerchi, concependo disegni assolutamente spettacolari e precisi. Un'altra ipotesi, sostenuta da molti(riguardo alla quale esiste un video che oramai si ritiene falso), è che si tratti di sfere di energia, che, muovendosi su i campi, seguendo leggi dell'elettromagnetismo ancora a noi sconosciute, si muoverebbero in maniera tale da realizzare questi pittogrammi, simili ai mandala. Simili a queste sfere di luce, sono le "flottilias", delle quali parleremo in futuro, quando tratteremo il tema degli UFO e degli USO.
Un'altra ipotesi è, invece, quella relativa ad un satellite del Pentagono, del "Programma Stars", il quale sarebbe in grado di inviare microonde e di provocare, quindi, li afflosciamenti negli steli di grano di cui si era parlato prima.
Il fatto interessante, comunque, nonostante le varie teorie, è che, nei cerchi ritenuti reali gli steli sono piegati appena sotto le giunture, mentre nei "falsi" ci sono rotture vere e proprie degli stessi.
In ogni caso, nonostante tutte le teorie, il CICAP italiano ritiene che la creazione di questi sia possibile da parte dell'uomo nel giro di poche ore. A livello personale(per una volta esco dalla pura cronaca) non ritengo questa un'affermazione plausibile, vista la complessità e, soprattutto, visti tutti gli indizi riguardanti le microonde e implosione, proprio per queste, delle locuste nel grano. Certo è che, comunque, ogni possibilità è da tenere in considerazione e vagliare con molta calma ed attenzione; così faremo noi che, per il momento, anche se ci ritorneremo in futuro, lasciamo questo argomento per passare ad altro, fantasticando, se possibile, su questo splendido mistero e ponendoci dei quesiti e volando anche oltre i confini non solo della nostra immaginazione, ma anche dell'universo e della fisica.

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Roberto Giacobbo, la biografia del conduttore di "Voyager"


Roberto Giacobbo, di origini venete, nasce a Roma il 12 ottobre 1961. Dopo aver trascorso la propria giovinezza a Bassano del Grappa(città natale del padre), frequenta l'Università di Economia e Commercio e, laureatosi, inizia la sua carriera di giornalista e scrittore. Nel 1984 inizia a lavorare come autore radiofonico a RDS(Radio Dimensione Suono) e negli anni '90 inizia a lavorare nel mondo della televisione firmando, come autore, programmi come: "Ciao Italia" e "Ciao Italia Estate" su Rai1; poi "Big!", programma per ragazzi che nel 1991 vince il "Telegatto"; "Mezzogiorno in famiglia" e "Pomeriggio in famiglia" su Rai2; "Festa della mamma", su Rai1; "La cronaca in diretta", su Rai2(trasmissione che vince l'Oscar TV); "Giorno per giorno" e "Amici Animali", per Rete4; "Il grande romanzo della Bibbia", su Rai1; nel 1995, invece, realizza "Con voi sulla spiaggia", un programma radiofonico condotto da Paolo Bonolis su Rai Radio Due. Ma è il 1997 l'anno che realmente ci interessa, perché, finalmente può occuparsi di un ambito che gli sta particolarmente a cuore: il mistero. E' proprio nel 1997, infatti, che scrive "Misteri", una serie per Rai3, condotta da Lorenza Foschini. Nel frattempo realizza "Numero Zero", sempre su Rai3 e lo speciale "Dario Fo: un giullare alla corte del Nobel", Rai3, "Speciale di Natale"(Rai3) e tre speciali del varietà "Pomeriggio di festa" per Canale5. Scrive ed interpreta quindi uno spettacolo comico al teatro Parioli di Roma, trasmesso da RDS. Nel 1998-1999, è autore del programma "L'emozione della vita", su Rete4 in collaborazione con la BBC. E' il 1999/2000, quando, insieme a Alessandro Cecchi Paone, realizza il programma "La macchina del tempo", su Rete4; trasmissione che riceve il Telegatto 2000 e l'Oscar della TV 2000. Nel 2000, con Irene Bellini passa da solo autore ad autore e conduttore della trasmissione "Stargate-Linea di confine", per TeleMonteCarlo(TMC). Nel 2000/2001, realizza "Cominciamo bene", su Rai3, ed è regista di "Sportello Italia" su Rai International; contemporaneamente continua a scrivere e condurre "Stargate" per la quale vince per due anni consecutivi il Premio Internazionale della TV della città di Trieste, nella categoria cultura e ricerca. E' il 20 maggio 2003, quando Roberto Giacobbo torna in Rai per realizzare un progetto: riproporre una trasmissione sul modello di "Stargate", ma più approfondità e nella quale interpellare esperti e ricercatori. Nasce così "Voyager", che, però, all'inizio va in onda in seconda serata ed ha uno spazio abbastanza ridotto, così come lo studio, piccolo e nel quale ogni puntata presenziava almeno un ricercatore o scrittore o un esperto. Da qui in avanti il programma raccoglie sempre più consensi e nel 2005 esce per Rai Eri il libro "Il segreto di Leonardo"; nel 2006 esce "L'Atlante dei Misteri" e di conseguenza altri libri, su Leonardo, le Piramidi e molto altro; e nel frattempo vanno in onda ben 15 serie di "oyager". Docente di Teoria e tecnica dei media presso l'Università di Ferrara, il 24 settembre 2009 viene eletto vicedirettore di Rai2.

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Crop circles: prima parte






I crop circles, o anche "cerchi nel grano", sono disegni che compaiono in grandi distese il più delle volte di grano, ma molte volte anche grandi prati erba.



Il fenomeno, che è oggetto tuttora di studi, è giunto alla ribalta mondiale, cioè è divenuto noto all'opinione pubblica da 1980, con tre cerchi che furono trovati in un campo in Inghilterra. La frenesia di tentare in qualche modo di giustificare questo fenomeno, e la volontà di cercare di specularci sopra, immediatamente dette il là a teorie su possibili atterraggi di astronavi aliene. Il Wiltshire Times fu il primo quotidiano ad occuparsi del tema e ad identificare il fenomeno come crop circles. Furono cercate relazioni con fenomeni passati, in particolar modo con il pamphlet del 1678, la storia del "Diavolo mietitore". Analizzandolo più a fondo, però, si nota come il parallelismo sia un po' forzato. Alcune ricognizioni, invece, fatte per via aerea sui campi inglesi, poco dopo la seconda guerra mondiale, raccontavano di strani disegni nei campi di grano, non visibili da terra. Però, dopo uno studio più attento, si notò che buona parte di questi erano dovuti a rovine preesistenti.



Il fenomeno, però, non si può esaurire molto facilemente, anche perché, dopo il boom iniziale, molte persone si sono cimentate nella creazione di questi disegni in campi di coltivatori, ovviamente, non molto felici di questo esperimento. Ad un occhio poco esperto, però, un disegno "falso" ed uno "vero", potrebbero sembrare quasi uguali, per realizzazione ecc. In realtà, quelli che sono considerati "veri" hanno delle caratteristiche precise e che li distinguono da tutti gli altri. Vediamo di chiarire; anzitutto le dimensioni dei veri cerchi sono assolutamente incredibili, lavori, insomma, impossibili da essere realizzati in una sola notte; seconda di poi, la precisone è incredibile, i cerchi sono praticamente perfetti e sono anche proporzionati rispetto alle varie parti che li compongono, secondo rapporti non casuali; le spighe poi, sono esplose, non solo piegate, e presentano, in molti casi, insetti, quali cavallette e simili, attaccati, praticamente fusi alle spighe e come se fossero stati investiti o da un calore improvviso ed enorme, o da una enorme radiazione elettromagnetica e microonde.



Esistono vari organi, in tutti i paesi, che sono incaricati sia di studiare casi u.f.o. che casi, appunto, di cerchi nel grano. In Italia se ne occupa molto l'Aereonautica di questi fenomeni, ancora, per loro, senza spiegazione.



Le formazioni sono sempre più comlesse; in alcune è visibile un segni di complessità tale da non poter veramente legare il fenomeno ad un caso di "scherzi". In certi disegni sono comparsi simboli Maya, tra cui il calendario Maya, appunto. In certi altri, invece, "semplici" spirali. Un caso particolare di disegno, è quello che si formò non molti anni fa in Inghilterra. Era nato un gruppo di ricercatori, scienziati e astronomi che dovevano( e devono) cercare forme di vita aliena; detti ricercatori inviarono un impulso verso le Pleiadi, in cui venivano inseriti i dati del nostro sistema solare, del nostro dna, un piccolo disegno del nostro corpo. Fu inviato più volte, contando sul fatto che, prima o poi, se qualche forma aliena esiste, si potesse ricevere una risposta. Questa è arrivata come cerchi nel grano(anche se non è considerata "intelligente" perché per i ricercatori dovrebbe essere inviata più di una volta per essere ritenuta tale); il disegno è praticamente identico a quello inviato, ma ha caratteri diversi nel codice genetico(è presente il silicio(scusate, ma non mi ricordo bene quale sia effettivamente l'elemento)), il disegno del corpo è diverso e la costellazione era quella delle Pleiadi. Pleiadiani? Marziani? O qualcuno che ha voluto fare uno scherzo?
Cercheremo di trovare i perché di questo fenomeno con i prossimi interventi.

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