Un nuovo post è proprio quello che serve per riprendere il nostro viaggio, e visto che ci avviciniamo alla "domenica delle palme" l'argomento da trattare sarà riferito a Gesù. Sia chiaro, nulla di dissacratorio(io stesso sono religioso e credente e mai e poi mai mi permetterei una cosa del genere), ma un viaggio affascinante attraverso i due più famosi simboli e segni del Suo passaggio sulla terra; quali? La Sacra Sindone e il Sudario di Oviedo.
Due simboli della Cristianità e due misteri del tempo, anche se c'è chi ha trovato importanti collegamenti tra i due.
Dal greco σινδών (sindon), significa lenzuolo di lino. E' questo, infatti, il materiale che compone il telo custodito e venerato all'interno del Duomo di Torino. C'è molta controversia su quale sia veramente la sua origine; studi fatti al carbonio 14 hanno datato il lenzuolo tra il 1260 ed il 1390, ma c'è molto scetticismo su questi risultati; molti la identificano con il "mandylion"o immagine di Edessa, un lenzuolo sacro, scomparso nel 1204, sul quale vi sarebbe stata l'immagine di Gesù.
In questa città della Turchia, l'attuale Urfa, la presenza della reliquia è attestata fin dal IV secolo. Nel 994, dopo l'occupazione musulmana, il mandylion fu trasportato a Costantinopoli; ma nel periodo delle crociate fu trafugato, insieme ad altre reliquie dai cavalieri templari. Nel XIV secolo arrivò, ancora non si sa come, nelle mani di Goffredo di Charny e di sua moglie Giovanna.
Da questi fu donata al capitolo dei canonici della collegiata di Lirey, fonadato da lui stesso, e la prima ostensione pubblica avvenne nel 1357. Già nel 1415, però, una discendente di Goffredo, Margherita di Charny, se ne riappropriò vendendola, nel 1453, ai duchi di Savoia. Fu quindi conservata a Chambery, ma nel 1532 un incendio la danneggiò e si decise quindi di spostarla in un luogo più sicuro; la cattedrale di Torino, dove di trova dal 1578.
Descrizione: si tratta di un lenzuolo di lino di colore giallo ocra di 442x113 cm. Numerosi studi sono stati fatti e tuttora sono in corso, ma nessuno degli scenziati è stato ancora capace di dare una soluzione che fosse realmente giustificabile.
Ma come mai? Beh, la risposta è nel contempo semplice, ma anche incredibile e affascinante. Sono stati condotti esperimenti a riguardo alla possibile formazione dell'immagine; si è tentato di giustificarla come una reazione chimica dei componeti posti sul corpo, che interagendo col calore avrebbero impresso l'immagine, ma, propagandosi in tutte le direzioni il vapore non avrebbe potuto lasciare una traccia tanto evidente e precisa; si è allora provato in altro modo, con l'effetto corona. Questo sarebbe come imprimere un'immagine su di un negativo fotografico; funziona infatti attraverso delle scariche elettriche che, passando per il corpo, imprimono l'immagine dello stesso. Ma allora, questo vorrebbe dire, essendoci sia l'immagine del fronte che del retro del corpo, che l'elettricità si sarebbe emanata dall'interno del cadavere, imprimendo l'immagine di Gesù sul lino. Questa ipotesi, chiaramente, per gli scenziati, per quanto l'immagine sia in tutto e per tutto come un negativo, non è pienamente giustificabile; anche se sembra l'unica plausibile.
E sembra incredibile pensare a come, con un grandissimo impulso di energia, Gesù sarebbe risorto, imprimendo per sempre la sua immagine sul lenzuolo che copriva il suo corpo quando morto.
Domani continueremo questo viaggio appassionante e affascinante in uno dei più grandi misteri, ancora non scientificamente giustificato, della cristianità e del mondo.
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